Il primo di aprile 2013
entreranno in vigore dei salari minimi di 3'000 fr fissati dal
Consiglio di Stato ticinese in tre nuovi Contratti Normali di Lavoro.
Questo tipo di contratto, come definisce il Codice delle
Obbligazioni, è stabilito dal governo cantonale, se in alcuni
settori la Commissione Tripartita riscontri un dumping salariale
frequente.
Il Governo e la
tripartita hanno ritenuto che il dumping vi sia soltanto nell'industria
elettronica e nelle aziende del commercio al dettaglio che occupano
meno di 10 lavoratrici e lavoratori. Per l'industria elettronica sono
addirittura stati introdotti 2 contratti, entrambi prevedono salari
minimi di 3'000 fr, che prima non esistevano. Questi due “nuovi”
settori sono settori tecnicamente assoggettabili al Convenzione
nazionale dell'industria metalmeccanica ed elettronica, che però non
prevede salari minimi. Il Governo sfrutta quindi l'articolo 360a
del CO che gli permette d'introdurre dei salari minimi.
L'ottenimento, anche se
per via burocratica, di maggiori diritti per alcuni lavoratori è
certamente un dato positivo. Anche se gli abusi vanno ben oltre i due
settori citati, i lavoratori toccati beneficeranno di un lieve
miglioramento delle condizioni di lavoro, per cui bisogna riconoscere
il passo avanti. Come indicato anche dall'Mps il montante di 3'000 fr
non è certamente soddisfacente. Anche se ci limitassimo
all'obiettivo di favorire l'assunzione di lavoratori indigeni, con un
salario del genere non si invoglia nessun ticinese a fare quei
mestieri, per una famiglia semplicemente non basta.
Mps si lancia però in
una critica approfondita alla misura sostenendo che provocherebbe un
effetto boomerang, abbassando i salari più alti. Posizione
difficilmente sostenibile visto che in molte fabbriche e commerci la
tendenza è di non superare i 3'000 franchi, tranne dove vi è un
contratto collettivo. In un partito nel quale militano numerosi ex
sindacalisti, dovrebbe essere evidente che se un salario minimo più
alto è fissato tramite un Ccl non è possibile applicare il salario
del Cnl. Il tentativo di fare polemica degli amici trotzkysti non
sfonda in sostanza perché non riescono a posizionare correttamente
la decisione governativa.
Negli ultimi anni, i
sindacati di sinistra più grandi, Unia e Vpod, sono interventui
sempre più direttamente nelle sfere legislative e di governo
accentuando le pressioni, in particolare con l'iniziativa popolare
dell'USS per un salario minimo legale di 4'000.- Fr. e con la
campagna per la responsabilità solidale tra le imprese. Fino a pochi
anni fa, il salario minimo legale non era nemmeno preso in
considerazione dai sindacati stessi, che privilegiavano la
contrattazione collettiva.
Questa tendenza
infastidisce l'Mps, proveniente dagli ambienti del settarismo di
sinistra. Per il movimento di Sergi la politica è considerata il
rapporto tra il proprio partito e le altre forze politiche di destra
e di sinistra, ciò che li confina ad un gruppo di intellettuali che
ha già capito tutto e diffonde il verdo tra la plebe. Sul piano
sindacale hanno sempre dimostrato di essere affetti da carrierismo
verso le alte sfere delle burocrazie corporatiste, con poca capacità
di ascolto dei lavoratori.
I comunisti considerano
invece la politica come l'emanazione ultima del conflitto di classe,
dove si scontrano i rappresentanti della borghesia e i rappresentati
dei lavoratori. La politica dei comunisti si orienta, non
nell'interesse del partito, ma nell'interesse della classe
lavoratrice e dei ceti popolari. Per noi sarà il rapporto che
scaturirà tra il nostro partito e le lavoratrici e i lavoratori che
renderà il partito più forte, non il suo stesso pavoneggiamento.
Sergi si pavoneggia con
la retorica da vecchio sinistroide, ma senza riuscire a dare un vero
contenuto alla sua critica del governo. Non constata che il principio
secondo cui il salario è un tabu per lo Stato sta perdendo valore.
Si tratta infatti della prima volta che nel commercio e
nell'industria il governo fissa un salario minimo, anche se basso.
In particolare nelle
regioni di frontiera, dove il dumping salariale si è fatto sentire
soprattutto dopo l'entrata in vigore della libera circolazione, delle
risposte vanno trovate. La borghesia sa che ne è a rischio la via
bilaterale con l'Ue. Prossimamente si tornerà alle urne per
approvarne o no l'estensione alla Croazia, il referendum dell'estrema
destra è praticamente sicuro, ma questa volta potrebbe anche esserci
quello della sinistra ciò che farebbe vacillare l'accordo.
L'iniziativa sul
salario minimo di 4'000 fr è importante per lo sviluppo del diritto
del lavoro in Svizzera e i padroni lo sanno bene. Visto lo “spettro”
del salario minimo di 4'000 fr, i partiti di destra, che hanno la
maggioranza in Consiglio di Stato, fanno concessioni di piccolo
conto. Stanno cercando di dimostrare che il problema dei bassi salari
sarà già risolto al momento in cui si andrà in votazione, un po'
come quando l'iniziativa sulla cassa malati unica e sociale aveva
arrestato l'aumento dei premi. Non a caso la durata dei contratti,
che doveva essera limitata, sarà di soli 2 due anni e la votazione
sul salario minimo a 4'000 sarà nella seconda metà del 2014.