venerdì 17 gennaio 2014

La Libera circolazione con l'Ue non va, ma l’Udc vuole il peggio.

L’iniziativa popolare “Stop all'immigrazione di massa”, sostenendo il ritorno ai contingenti, propone un sistema d'immigrazione in stile apartheid. I contingenti di lavoratori stranieri ammissibili in Svizzera, sono stabiliti su fondamenti razzisti e fanno comodo gli imprenditori. Non è stabilendo categorie di esseri umani diversi, con più o meno diritti, che si esce dallo sfruttamento.
Lottiamo per una vera libera circolazione, dove studiosi, artisti o turisti di tutto il mondo possano soggiornare in Svizzera liberamente, dove i lavoratori migranti, come i residenti, abbiano il diritto di stabilirsi e di lavorare in maniera sicura con la loro famiglia e dove i rifugiati politici in lotta per la libertà, la pace o il socialismo vengano accolti a braccia aperte.
Purtroppo la propaganda dalla destra centrista e delle lobby padronali, contro l'iniziativa razzista dell'Udc, ha creato solo confusione, denunciando il "rischio" di veder annullare tutti gli accordi Bilaterali con l'Ue, peccato! è stato il miglior argomento in suo favore.
Gli accordi bilaterali sono : la Libera circolazione delle persone, delle merci e dei capitali, Schengen, Dublino, il Cassis de Dijon, i Passaporti biometrici, il Processo di Bologna, i Tir da 40 tonnellate, ecc. Questi trattati sono legati dalla famosa clausola ghigliottina che, in caso di bocciatura di uno di essi, li farebbe saltare tutti!
Attualmente, con le regole imposte dall’Ue negli Accordi bilaterali, la Svizzera cede la sovranità nazionale alla Corte di Giustizia Europea, sottomettendosi alla sua giurisprudenza. Ogni cittadino democratico ha quindi il dovere di combatterli.
Purtroppo, solo la Libera circolazione delle persone, nel caso d’estensione degli accordi ad altri paesi, deve essere vagliata dal parlamento federale, decisione contro cui fortunatamente può essere lanciato un referendum. L'accordo di Libera circolazione con Bruxelles funziona secondo il dogma o tutti o nessuno, per cui qualora la Svizzera rifiutasse la Libera circolazione ad un paese qualsiasi, tutti gli accordi sarebbero disdetti. La “Libera circolazione” è quindi il fulcro delle relazioni con l'Ue.
Tra i lavoratori la Libera circolazione non è per nulla amata. L'abbandono dei contingenti ha avuto un impatto enorme sulla disoccupazione, di conseguenza sui luoghi di lavoro si è rafforzata la concorrenza tra lavoratori. In seguito, a causa dall’inesorabile crisi del sistema capitalista molti disoccupati da tutta l’Ue si sono spinti in Svizzera per cercare fortuna. Cosciente di disporre di una grande riserva di manodopera senza lavoro, il padronato ha moltiplicato e differenziato gli attacchi e gli abusi. Oggi i salari si sono abbassati, mentre, sebbene il Governo si sforzi per negarlo, in Svizzera vi è un carovita inarrestabile. L'aumento delle disuguaglianze mette in pericolo la stabilità del sistema.
Non sarò certo io, comunista, a voler curare il capitalismo malato. Con il mio no alla Libera circolazione, piuttosto, mantengo l'impegno di lottare per i problemi quotidiani dei lavoratori. La Libera circolazione, nel sistema della “pace del lavoro”, dove il licenziamento breve è un'istituzione, i contratti collettivi sono il miglior miraggio e le agenzie di lavoro interinale il cancro che doma il movimento sindacale, ha premesso il dilagare del precariato. I lavoratori, ingannati dalla socialdemocrazia, si sono trovati impreparati, incapaci di lottare uniti per difendere i propri interessi di classe, contro il libero sfruttamento dei lavoratori da parte di una classe padronale sempre più avida.
Cogliamo l'occasione per dire no a questi Accordi bilaterali, quando potremo raccogliere le firme contro l'allargamento della Libera circolazione alla Croazia. Non ce ne vogliano gli amici croati, noi ce la prendiamo con chi dirige l’Ue e con il Governo che ha negoziato gli Accordi bilaterali.
Poi basterebbe negoziare dei nuovi accordi, lasciandoci alle spalle il dumping salariale, la crisi agricola, la deriva securitaria e il traffico pesante, sacrificando i segreti dei banchieri piuttosto che le vite dei lavoratori.