Quale
cittadino di Locarno mi sono schierato con il Partito Comunista e i
referendisti contro il Palazzo del Cinema. Sono convinto che il
progetto andrà nell'interesse di pochi privati e basta! mentre non
darà futuro al Festival e non riempirà la mancanza di spazi per
l'aggregazione popolare e giovanile che attanaglia la città durante
la stagione invernale, oltre che a costare milioni alla collettività.
Il
progetto nasce perché un privato, proprietario del Cinestar di
Lugano e leader nella promozione del cinema Hollywoodiano in
Svizzera, decide di “regalare” 10 milioni per finanziare parte di
un nuovo cinema a Locarno. Accettando le sue condizioni sul numero di
sale e il modo d'utilizzo dello stabile, il Municipio e il Consiglio
Comunale hanno appoggiato il progetto, invocando un sostegno al
Festival del Film.
Il
Palazzo del Cinema non è però all'altezza di quello che il nome fa
sperare. Quanto proposto servirà a diffondere i film promossi dalle
multinazionali del divertimento e non di certo ad incoraggiare i film
dei registi emergenti della regione. Il Festival di Locarno è amato
perché aperto sul mondo e offre una visione ampia del cinema. Non
saranno tre nuove sale, che durante 11 mesi e due settimane all'anno
proiettano film commerciali - che oltretutto faranno andare in crisi
gli altri spazi dedicati al cinema - ad aiutare la “vacca sacra”
locarnese. I problemi vanno però ben oltre il piano culturale.
Per la
costruzione dello stabile : Locarno, i comuni limitrofi, gli enti
turistici e il Cantone devono sborsare 22 milioni di Franchi, mentre
la gestione dello spazio è lasciata ad una SA finanziata con soldi
pubblici, gestita dal solito CdA degli amici degli amici, che darà
in sub-appalto l'attività di proiezione ad un'altra SA completamente
privata. I donatori sono già in prima fila per l'appalto, per cui
gli incassi dei biglietti (16-20 franchi a persona) più quelli della
ristorazione, ingrasseranno i signori del Cinestar. Un tornaconto non
da poco che permette la massimizzazione dei profitti per il privato,
mentre il cittadino paga due volte.
Tutto dovrebbe essere chiaro, se non
fosse che alcuni invocano lo spauracchio annunciato dal maldestro
Borradori di spostare l'evento a Lugano. Tralasciando il fatto che
solo il Festival può decidere se spostarsi, credo che una democrazia
non può cedere al ricatto “se non paghi il Palazzo del Cinema, non
ti diamo più la licenza di fare il Festival” come succede in
Superleague se non hai lo stadio.