mercoledì 2 ottobre 2013

Il Festival del Film di Locarno non è la Superleague

Quale cittadino di Locarno mi sono schierato con il Partito Comunista e i referendisti contro il Palazzo del Cinema. Sono convinto che il progetto andrà nell'interesse di pochi privati e basta! mentre non darà futuro al Festival e non riempirà la mancanza di spazi per l'aggregazione popolare e giovanile che attanaglia la città durante la stagione invernale, oltre che a costare milioni alla collettività.
Il progetto nasce perché un privato, proprietario del Cinestar di Lugano e leader nella promozione del cinema Hollywoodiano in Svizzera, decide di “regalare” 10 milioni per finanziare parte di un nuovo cinema a Locarno. Accettando le sue condizioni sul numero di sale e il modo d'utilizzo dello stabile, il Municipio e il Consiglio Comunale hanno appoggiato il progetto, invocando un sostegno al Festival del Film.
Il Palazzo del Cinema non è però all'altezza di quello che il nome fa sperare. Quanto proposto servirà a diffondere i film promossi dalle multinazionali del divertimento e non di certo ad incoraggiare i film dei registi emergenti della regione. Il Festival di Locarno è amato perché aperto sul mondo e offre una visione ampia del cinema. Non saranno tre nuove sale, che durante 11 mesi e due settimane all'anno proiettano film commerciali - che oltretutto faranno andare in crisi gli altri spazi dedicati al cinema - ad aiutare la “vacca sacra” locarnese. I problemi vanno però ben oltre il piano culturale.
Per la costruzione dello stabile : Locarno, i comuni limitrofi, gli enti turistici e il Cantone devono sborsare 22 milioni di Franchi, mentre la gestione dello spazio è lasciata ad una SA finanziata con soldi pubblici, gestita dal solito CdA degli amici degli amici, che darà in sub-appalto l'attività di proiezione ad un'altra SA completamente privata. I donatori sono già in prima fila per l'appalto, per cui gli incassi dei biglietti (16-20 franchi a persona) più quelli della ristorazione, ingrasseranno i signori del Cinestar. Un tornaconto non da poco che permette la massimizzazione dei profitti per il privato, mentre il cittadino paga due volte.
Tutto dovrebbe essere chiaro, se non fosse che alcuni invocano lo spauracchio annunciato dal maldestro Borradori di spostare l'evento a Lugano. Tralasciando il fatto che solo il Festival può decidere se spostarsi, credo che una democrazia non può cedere al ricatto “se non paghi il Palazzo del Cinema, non ti diamo più la licenza di fare il Festival” come succede in Superleague se non hai lo stadio.