Dopo
la votazione del 9 febbraio sull'iniziativa contro l'immigrazione di
massa, si sono resi più che mai necessari dei nuovi accordi con i
nostri vicini. Nonostante il voto popolare, i contingenti per i
comunisti rimangono una soluzione sbagliata e continueremo a
combatterli. Noi siamo per una vera libera circolazione delle persone
contro ogni discriminazione razziale, ci opponiamo quindi anche al
modello Ue che esclude i migranti extra-UE. Il Partito Svizzero del
Lavoro si oppone fermamente a tutti gli attuali accordi bilaterali
sostenendo le condizioni dei lavoratori per stipularne di nuovi.
Inserendo
la Svizzera nel contesto internazionale, bisogna sottolineare che
l'espansionismo dell'Ue, guidato dalla Germania, mina addirittura la
pace visto il rischio dell'innesco di un conflitto in Ucraina. Come
se non bastasse, il nuovo governo, sostenuto dall'Ue ha deciso di
vietare la festività del primo maggio! I comunisti di questa Unione
Europea proprio non ne vogliono sapere! Dietro ad una facciata di
belle intenzioni, di garanzie di pace sul vecchio continente, l'Ue
corrisponde alla necessità, da parte dei grandi capitalisti, di
creare gli Stati Uniti d'Europa, imponendo il liberismo americano
come base politica ed economica della nuova entità.
Da
quando non esiste più la “minaccia” sovietica, la maggior parte
delle costituzioni europee, nate dalle resistenze anti-fasciste del
XX secolo, riempite di diritti frutto del sangue versato dai
partigiani e delle lotte dei lavoratori, sono diventate scomode per
la borghesia europea, che le ha messe duramente sotto attacco. La
strategia dell'impero è quella di indebolire gli Stati e i loro
sistemi politici, favorendo la costruzione di un'Europa delle regioni
governata centralmente a Bruxelles.
Questo
processo di sostituzione, voluto dall'Ue per sbarazzarsi
definitivamente degli Stati nazionali, mette in pericolo molte
conquiste del movimento operaio. Illudersi che questo processo, che
non trova giustificazioni se non nell'interesse del capitale, si
possa fare pacificamente, sarebbe un grave errore. Infatti, malgrado
le menzogne sulla difesa della pace su cui si fonda l'Ue, la crescita
dei partiti d'estrema destra neofascisti e neonazisti dimostra come
vi sia il rischio che tornino al potere delle forze sanguinarie
pronte a reprimere qualsiasi lotta popolare. Le forze di estrema
destra fomentano il razzismo e l'islamofobia tra i lavoratori con lo
scopo di dividere gli stessi paesi membri o osservatori dell'Ue.
In
Occidente il prezzo della crisi capitalista lo stanno pagando le
lavoratrici e i lavoratori. Le politiche d'austerità si susseguono
in tutti i paesi d'Europa, tagliando su pensioni, salari, istruzione,
sanità e cultura; aumentando i prezzi e le tasse al consumo creando
maggiori differenze tra cittadini; privatizzando quello che rimaneva
dei servizi pubblici e delle aziende di Stato. L'Europa non è
tuttavia l'America e credere che gli Stati nazionali si lasceranno
morire a favore dell'Ue è un altro grave errore.
L'Ue
è in crisi, sia sul piano economico che politico, mentre la
borghesia Svizzera, con il segreto bancario, e con maggior vigore nei
momenti di crisi, rafforza il proprio dominio nel settore
finanziario, in particolare nel settore della gestione dei patrimoni.
La Svizzera, malgrado le affermazioni propagandiste, rimane uno dei
più indispensabili paradisi fiscali al mondo per qualsiasi
miliardario, sia nell'ampiezza (circa il 30% del mercato) sia per
posizionamento nel circolo delle monete.
I
lavoratori e le lavoratrici, invece, anche in Svizzera, vivono la
stessa condizione di sudditanza che in un qualsiasi paese
capitalista, mentre la borghesia si ingrassa le tasche come nessuna
al mondo. I datori di lavoro hanno il coltello dalla parte del
manico, possono decidere come vogliono di licenziare e di assumere
dei lavoratori, possono decidere come, dove e quando vogliono aprire
la propria azienda e anche e soprattutto di chiuderla, possono
inoltre imporre le condizioni di lavoro che desiderano con le
facilitazioni che offrono la legge sul lavoro e il Codice delle
Obbligazioni.
Da
anni il padronato ha iniziato un attacco padronale che prende sempre
più vigore. Numerosi Contratti Collettivi di Lavoro sono stati
indeboliti, vi è stata l'invenzione e l'esplosione del lavoro
interinale e lo smantellamento delle assicurazioni sociali: Avs, Ai,
Ladi, Lpp, i furti fatti dalle casse malati, che gonfiano, in accordo
con le lobby farmaceutiche, i costi della sanità per ingrassare i
portafogli dei loro azionisti, l'introduzione della mentalità
liberista nel settore pubblico, ecc...
La
conseguenza è che la grande crisi capitalistica si avvicina anche in
Svizzera, i ceti popolari hanno sempre meno soldi da spendere e più
debiti con le banche o creditori anche peggiori. Se i lavoratori
vogliono trovarsi pronti quando la Svizzera sarà duramente toccata,
bisogna iniziare ad organizzarsi per difendere e conquistare nuovi
diritti con l'impegno nelle lotte sindacali. Urge iniziare una lotta
generalizzata per la promozione degli interessi e dei diritti della
lavoratrici e dei lavoratori.
Le
nostre priorità sindacali sono lottare contro il carovita e i bassi
salari, la disoccupazione, il precariato e la divisione dei
lavoratori. Per domani sosteniamo l'iniziativa dell'Unione Sindacale
Svizzera per un salario minimo 4'000.- Fr mensili per tutti, in
votazione popolare il 18 maggio.
In
futuro lottiamo per un nuovo codice del lavoro che ne ridefinisca il
significato profondo. Il lavoro non è un contratto tra individui,
bensì la più nobile delle attività umane, indispensabile alla vita
in società. Per cui basta! È inaccettabile trattare chi lavora come
numeri e merce. Il Partito Svizzero del Lavoro vuole un sistema dove
il lavoro sia dignitoso, dove vi sia la libertà d'espressione, il
diritto di partecipazione e di condivisione della produzione, senza
più padroni che fiatano sul collo ai lavoratori, preoccupati solo
dai loro profitti. Ci vuole un sistema per produrre assieme quello di
cui abbiamo bisogno e pianificare secondo le necessità di tutti come
migliorare la nostra economia.
Dalle
forze di governo non ci aspettiamo nulla, tutti dall'Udc al Ps,
passando da PPD e PLR, sono pronti a vendere il paese all'Ue appena
ne avranno un buon tornaconto personale per le loro ricche famiglie.
Noi vogliamo prendere in mano il nostro futuro e rafforzare la
democrazia nel nostro paese. Un cambio di politica è più che mai
necessario per promuovere una vera rivoluzione nel modo in cui si
organizza il lavoro e se ne distribuiscono i frutti nella societa.
Uniamo le forze progressiste in un fronte popolare, organizzato sui
luoghi di lavoro, nelle scuole, nei quartieri e nelle campagne,
realmente rappresentativo delle forze sociali del nostro paese.
Questo è l'unico modo per iniziare il cammino verso la costruzione
della nuova società, il socialismo.