mercoledì 30 aprile 2014

Primo Maggio 2014 - Uniti per il nostro futuro, con i lavoratori, senza l'Unione Europea!


Dopo la votazione del 9 febbraio sull'iniziativa contro l'immigrazione di massa, si sono resi più che mai necessari dei nuovi accordi con i nostri vicini. Nonostante il voto popolare, i contingenti per i comunisti rimangono una soluzione sbagliata e continueremo a combatterli. Noi siamo per una vera libera circolazione delle persone contro ogni discriminazione razziale, ci opponiamo quindi anche al modello Ue che esclude i migranti extra-UE. Il Partito Svizzero del Lavoro si oppone fermamente a tutti gli attuali accordi bilaterali sostenendo le condizioni dei lavoratori per stipularne di nuovi.
Inserendo la Svizzera nel contesto internazionale, bisogna sottolineare che l'espansionismo dell'Ue, guidato dalla Germania, mina addirittura la pace visto il rischio dell'innesco di un conflitto in Ucraina. Come se non bastasse, il nuovo governo, sostenuto dall'Ue ha deciso di vietare la festività del primo maggio! I comunisti di questa Unione Europea proprio non ne vogliono sapere! Dietro ad una facciata di belle intenzioni, di garanzie di pace sul vecchio continente, l'Ue corrisponde alla necessità, da parte dei grandi capitalisti, di creare gli Stati Uniti d'Europa, imponendo il liberismo americano come base politica ed economica della nuova entità.
Da quando non esiste più la “minaccia” sovietica, la maggior parte delle costituzioni europee, nate dalle resistenze anti-fasciste del XX secolo, riempite di diritti frutto del sangue versato dai partigiani e delle lotte dei lavoratori, sono diventate scomode per la borghesia europea, che le ha messe duramente sotto attacco. La strategia dell'impero è quella di indebolire gli Stati e i loro sistemi politici, favorendo la costruzione di un'Europa delle regioni governata centralmente a Bruxelles.
Questo processo di sostituzione, voluto dall'Ue per sbarazzarsi definitivamente degli Stati nazionali, mette in pericolo molte conquiste del movimento operaio. Illudersi che questo processo, che non trova giustificazioni se non nell'interesse del capitale, si possa fare pacificamente, sarebbe un grave errore. Infatti, malgrado le menzogne sulla difesa della pace su cui si fonda l'Ue, la crescita dei partiti d'estrema destra neofascisti e neonazisti dimostra come vi sia il rischio che tornino al potere delle forze sanguinarie pronte a reprimere qualsiasi lotta popolare. Le forze di estrema destra fomentano il razzismo e l'islamofobia tra i lavoratori con lo scopo di dividere gli stessi paesi membri o osservatori dell'Ue.
In Occidente il prezzo della crisi capitalista lo stanno pagando le lavoratrici e i lavoratori. Le politiche d'austerità si susseguono in tutti i paesi d'Europa, tagliando su pensioni, salari, istruzione, sanità e cultura; aumentando i prezzi e le tasse al consumo creando maggiori differenze tra cittadini; privatizzando quello che rimaneva dei servizi pubblici e delle aziende di Stato. L'Europa non è tuttavia l'America e credere che gli Stati nazionali si lasceranno morire a favore dell'Ue è un altro grave errore.
L'Ue è in crisi, sia sul piano economico che politico, mentre la borghesia Svizzera, con il segreto bancario, e con maggior vigore nei momenti di crisi, rafforza il proprio dominio nel settore finanziario, in particolare nel settore della gestione dei patrimoni. La Svizzera, malgrado le affermazioni propagandiste, rimane uno dei più indispensabili paradisi fiscali al mondo per qualsiasi miliardario, sia nell'ampiezza (circa il 30% del mercato) sia per posizionamento nel circolo delle monete.
I lavoratori e le lavoratrici, invece, anche in Svizzera, vivono la stessa condizione di sudditanza che in un qualsiasi paese capitalista, mentre la borghesia si ingrassa le tasche come nessuna al mondo. I datori di lavoro hanno il coltello dalla parte del manico, possono decidere come vogliono di licenziare e di assumere dei lavoratori, possono decidere come, dove e quando vogliono aprire la propria azienda e anche e soprattutto di chiuderla, possono inoltre imporre le condizioni di lavoro che desiderano con le facilitazioni che offrono la legge sul lavoro e il Codice delle Obbligazioni.
Da anni il padronato ha iniziato un attacco padronale che prende sempre più vigore. Numerosi Contratti Collettivi di Lavoro sono stati indeboliti, vi è stata l'invenzione e l'esplosione del lavoro interinale e lo smantellamento delle assicurazioni sociali: Avs, Ai, Ladi, Lpp, i furti fatti dalle casse malati, che gonfiano, in accordo con le lobby farmaceutiche, i costi della sanità per ingrassare i portafogli dei loro azionisti, l'introduzione della mentalità liberista nel settore pubblico, ecc...
La conseguenza è che la grande crisi capitalistica si avvicina anche in Svizzera, i ceti popolari hanno sempre meno soldi da spendere e più debiti con le banche o creditori anche peggiori. Se i lavoratori vogliono trovarsi pronti quando la Svizzera sarà duramente toccata, bisogna iniziare ad organizzarsi per difendere e conquistare nuovi diritti con l'impegno nelle lotte sindacali. Urge iniziare una lotta generalizzata per la promozione degli interessi e dei diritti della lavoratrici e dei lavoratori.
Le nostre priorità sindacali sono lottare contro il carovita e i bassi salari, la disoccupazione, il precariato e la divisione dei lavoratori. Per domani sosteniamo l'iniziativa dell'Unione Sindacale Svizzera per un salario minimo 4'000.- Fr mensili per tutti, in votazione popolare il 18 maggio.
In futuro lottiamo per un nuovo codice del lavoro che ne ridefinisca il significato profondo. Il lavoro non è un contratto tra individui, bensì la più nobile delle attività umane, indispensabile alla vita in società. Per cui basta! È inaccettabile trattare chi lavora come numeri e merce. Il Partito Svizzero del Lavoro vuole un sistema dove il lavoro sia dignitoso, dove vi sia la libertà d'espressione, il diritto di partecipazione e di condivisione della produzione, senza più padroni che fiatano sul collo ai lavoratori, preoccupati solo dai loro profitti. Ci vuole un sistema per produrre assieme quello di cui abbiamo bisogno e pianificare secondo le necessità di tutti come migliorare la nostra economia.
Dalle forze di governo non ci aspettiamo nulla, tutti dall'Udc al Ps, passando da PPD e PLR, sono pronti a vendere il paese all'Ue appena ne avranno un buon tornaconto personale per le loro ricche famiglie. Noi vogliamo prendere in mano il nostro futuro e rafforzare la democrazia nel nostro paese. Un cambio di politica è più che mai necessario per promuovere una vera rivoluzione nel modo in cui si organizza il lavoro e se ne distribuiscono i frutti nella societa. Uniamo le forze progressiste in un fronte popolare, organizzato sui luoghi di lavoro, nelle scuole, nei quartieri e nelle campagne, realmente rappresentativo delle forze sociali del nostro paese. Questo è l'unico modo per iniziare il cammino verso la costruzione della nuova società, il socialismo.