Il Partito Svizzero del Lavoro solidarizza con tutti i lavoratori
dell'impresa "Scintilla" di proprietà di Bosch SA, e li
invita a promuovere azioni sindacali di lotta, compreso lo sciopero,
per contrastare la decisione della direzione del gruppo di
delocalizzare lo stabilimento. La multinazionale tedesca, nel 2012,
ha ottenuto 2.3 miliardi di euro di utili, è certo che in Svizzera
beneficia del segreto bancario e può salvaguardarne una buona parte
in barba ai funzionari del fisco tedesco. Nessuna giustificazione può
essere avanzata per ridurre gli effettivi nel sito di Zuchwil.
Al contrario, grazie al duro lavoro effettuato dai 625 lavoratori di "Scintilla", i prodotti Bosch sono venduti in tutto il mondo. La ricompensa minima avrebbe dovuto essere l'introduzione di un prepensionamento a 60 anni e l'aumento a 6 settimane le vacanze all'anno. Il fondatore del gruppo, che già all'inizio del XX secolo aveva introdotto la giornata di 8 ore, aveva un motto "meglio perdere denaro che la fiducia altrui", con certezza oggi non ha più alcun valore.
Ancora una volta il Partito Svizzero del Lavoro constata che ai lavoratori non resta che rompere la "pace del lavoro" per difendere i loro interessi. Il padronato si fa sempre più arrogante e per qualche virgola di profitto è disposto a mettere alla porta centinaia di lavoratori, che non hanno nessun diritto democratico a questo livello degli "affari". Di fronte questa nuova prova della mancanza di libertà per i più deboli, la nostra proposta di cambiamento politico dove saranno i lavoratori i direttori d'orchestra e la proprietà delle imprese sarà della collettività, ci sembra sempre più d'attualità.
Al contrario, grazie al duro lavoro effettuato dai 625 lavoratori di "Scintilla", i prodotti Bosch sono venduti in tutto il mondo. La ricompensa minima avrebbe dovuto essere l'introduzione di un prepensionamento a 60 anni e l'aumento a 6 settimane le vacanze all'anno. Il fondatore del gruppo, che già all'inizio del XX secolo aveva introdotto la giornata di 8 ore, aveva un motto "meglio perdere denaro che la fiducia altrui", con certezza oggi non ha più alcun valore.
Ancora una volta il Partito Svizzero del Lavoro constata che ai lavoratori non resta che rompere la "pace del lavoro" per difendere i loro interessi. Il padronato si fa sempre più arrogante e per qualche virgola di profitto è disposto a mettere alla porta centinaia di lavoratori, che non hanno nessun diritto democratico a questo livello degli "affari". Di fronte questa nuova prova della mancanza di libertà per i più deboli, la nostra proposta di cambiamento politico dove saranno i lavoratori i direttori d'orchestra e la proprietà delle imprese sarà della collettività, ci sembra sempre più d'attualità.
Comitato Direttore del Partito Svizzero del Lavoro
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